Storia

Il Comune di Gandosso è incastonato tra le colline che sovrastano il lago, garantendo splendidi scorci paesaggistici.
E’ una sorta di terrazza naturale che si affaccia sul Lago d’Iseo.
E’ un territorio immerso in un contesto bucolico, dall’affascinante patrimonio naturalistico, dove trascorrere gite fuori porta all’insegna della natura e del relax. Una meta imperdibile.

Confina a nord con il comune di Trescore Balneario, a nord-est con Credaro che è raggiungibile attraverso la strada provinciale 82, a sud-est con Castelli Calepio, a sud-ovest con Grumello del Monte e ad ovest con Carobbio degli Angeli.
Si estende per una superficie di 3,11 Km2 ed è caratterizzato da un’altitudine collinare compresa tra un minimo di 242 metri s.l.m. ed un massimo di 624 metri s.l.m.

Gandosso ha legami con la Pianura e l’Area Metropolitana di Milano, attraverso tradizioni operaie prima ed imprenditoriali nei decenni successivi.
Questa sua “doppia anima” di piccolo borgo collinare, rappresenta una risorsa originale da comprendere, valorizzare e potenziare.
Da una parte i valori paesaggistici e ambientali, l’appartenenza al contesto ambientale pregiato della Val Calepio e del Lago d’Iseo; dall’altra, le connessioni con l’area bergamasca, la Franciacorta e le loro principali strutture.

Data la particolare conformazione del territorio collinare di Gandosso, cosparso di un gran numero di grotte ed anfratti naturali, probabile rifugio dei primi abitanti, si pensa che la presenza umana affondi le proprie radici addirittura nell’età preistorica. Nonostante non siano stati rinvenuti resti di una certa importanza, recenti studi avvallerebbero questa tesi.

Le grotte più conosciute sono quelle chiamate “le Molere”, situate nella parte bassa del territorio, un luogo dai connotati storici ed economici.
Infatti, in passato, è stato protagonista di un’intensa attività estrattiva di pietre utilizzate per macinare il grano, un’attività che si è protratta per secoli e che diede, a Gandosso, prestigio anche al di fuori dell’ambito provinciale.
L’inesorabile abbandono di questa attività ha dato impulso all’Amministrazione comunale per mettere in atto interventi di riqualificazione del territorio con scopi principalmente culturali.

Fino al tramonto del secolo XVIII Gandosso fu contrada di Calepio subendone quindi di riflesso le vicissitudini storiche e militari di Castel de Conti.
Gandosso diviene parrocchia nel 1668, in forza delle leggi ducali del 10.12.1667, con le quali la Serenissima Repubblica Veneta permette agli abitanti di erigere la chiesa e stipendia con 100 ducati d’oro il sacerdote che la reggeva.
L’abitato si distingue per il nucleo più a monte, dove accanto ad un agglomerato di case fa spicco la secentesca Parrocchiale dedicata all’Annunciazione, edificata nel 1679 su progetto di Andrea Fantoni.
All’interno sono conservate alcune opere di bottega fantoniana: il pulpito ligneo e l’altare maggiore, che colpisce per il disegno raffinato e la policromia dei materiali impiegati (verde antico, marmi, lapislazzuli) e data 1694; numerose le tele del sei-settecento di scuola veneta tra le quali spiccano nel coro l’Annunciazione di autore ignoto del XVI secolo, il Sogno di San Giuseppe, una “Natività” (1771) di Gerolamo Castelli, una “Lavanda dei Piedi” (sec. XVII) attribuita ad Antonio Balestra, ed una “Annunciazione” (pala d’altare) d’autore ignoto del XVI secolo.

Non privo di interesse è il santuario della Madonna del Castello, costruito sul crinale del monte. Esso custodisce all’interno il settecentesco ciclo pittorico delle Via Crucis attribuita a E. Albrici ed alcuni singolari Ex voto. Il Santuario non è che un rifacimento di quello originario, distrutto con tutto il paese dai Gallispani. Anteriormente a tale epoca, la chiesina del Monte Castello era la parrocchiale.

Nel nucleo principale, accanto alla Parrocchia, si distinguono alcune vecchie abitazioni tra le quali il palazzo signorile dei Principi Gonzaga, nell’originaria struttura architettonica del primo settecento.
La lapide murata a ricordo della sosta che il Card. Ferrari fece qui, nella ex dimora dei Principi Gonzaga recita: “Al Cardinale – Andrea Carlo Ferrari- Arcivescovo di Milano – Reduce dei trionfi centenari – di S. Alessandro – nei giorni 29-30 e 31 Agosto 1898 – questa solinga pendice ospita – Offriva dolce asilo e sosta tranquilla – dopo i torbidi della metropoli.”
Arroccata sopra la strada che lambisce il piccolo sagrato della chiesa ed adiacente ad essa, troviamo la canonica, edificata sugli avanzi di una piccola fortezza riconoscibile esternamente da alcune tracce di mura perimetrali con due abbozzi di torrette ai lati.

Sulla sommità del monte dove si ergeva un tempo una torre medievale, di proprietà dei Conti Calepio, che dominava dalla sommità del colle tutta la vallata e distrutta dai Francesi sul finire del XVIII secolo, in suo ricordo è stata eretta nel 1900 un’enorme croce di legno dell’altezza di circa 11 m.
Divelta e spezzata da un furioso temporale, la croce, è stata sostituita da un’altra in ferro, costruita per volontà del Principe Gian Maria Gonzaga nel 1929. Alla base, un altare in pietra reca la scritta: “Al Re – dei secoli, immortale, invisibile; – al solo Dio; onore e gloria – Così sia”.

Come arrivare a Gandosso
Merita una menzione la vicinanza con l’autostrada A4: Gandosso si trova, infatti, a soli 6,0 km dal casello di Grumello-Telgate, a 8,5 km da quello di Ponte Oglio e a 12,5 km da quello di Palazzolo sull’ Oglio.
Il casello di Chiari Ovest della A35 si trova a 24 km, Chiari Est e Calcio a meno di 30 km.
L’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio dista 25 km ed è raggiungibile in circa mezz’ora.

Distanze dai centri abitati delle città
Bergamo: 25 KM
Brescia: 40 KM
Milano: 70 KM